Pri e Mre

Basta portare acqua solo ai mulini altrui

di Luca Ferrini

Applausi. Due, tre, quattro, cinque volte, l’intervento di Francesco Nucara al Congresso marchigiano del Movimento dei Repubblicani Europei è stato interrotto dagli applausi spontanei di una sala gremita all’inverosimile.

D’altronde, il saluto del Segretario nazionale del PRI era molto atteso dalla platea. Durante la lucida relazione introduttiva del Segretario regionale marchigiano, Fabrizio Belfiore, infatti, il tema centrale era stato quello della necessità di imboccare, al più presto, la strada di una riappacificazione tra le disperse anime del repubblicanesimo.

La volontà comune, espressa da tutti gli intervenuti, è stata quella di ritrovare l’unità dei repubblicani, per affrontare, insieme e compatti, i gelidi venti del bipolarismo italiano.

"La riunificazione del mondo laico e mazziniano nella sua casa storica" – ha sottolineato il Segretario marchigiano – "è un dovere al quale dobbiamo lavorare tutti con entusiasmo; perché questa è l’unica possibilità per dare al Paese una vera prospettiva liberaldemocratica".

Quasi a voler fornire il necessario cemento ideale alle speranze dell’esponente del MRE, Nucara indicava il primo passo della rotta comune da inaugurare: quello della partecipazione dei giovani repubblicani, provenienti, in egual misura, dalle file del PRI e del movimento di Luciana Sbarbati, ad un corso di formazione politica al termine di questo mese di novembre.

La casa di tutti si costruisce dalle fondamenta. Ed i mattoni del futuro sono proprio i nostri giovani.

Il Segretario del PRI ha voluto poi continuare, nel descrivere le tappe che dovranno portare alla ricomposizione della diaspora repubblicana, a tracciare con forza il sentiero: "Noi eredi di Mazzini ed Ugo La Malfa" – ha sottolineato Nucara – "forse non siamo destinati a guidare le correnti della Storia, ma siamo sicuramente destinati dalla Storia a deviare le correnti sbagliate".

Luciana Sbarbati, nel suo intervento, dopo aver ringraziato sentitamente il PRI per gli sforzi intrapresi per la riunificazione, riprendeva lo spunto per sottolineare come esista una comune veduta critica sulla realtà politica italiana. Per prima, lei stessa, si diceva delusa dal trattamento riservato ai Repubblicani al momento della progettazione e della realizzazione del Partito democratico. Il Segretario del MRE parlava di una sorta di ostracismo culturale, da parte degli eredi della tradizione cattolica e comunista, nei confronti del repubblicanesimo. Qualcuno aggiungeva che neanche dalla parte opposta le cose vanno, poi, tanto meglio.

E allora? E allora, preso atto che quell’"Italia del libero pensiero" che i Repubblicani avrebbero voluto rappresentare, a destra come a sinistra, in realtà, non interessa affatto ai due contenitori politici attuali (pieni di interessi ma vuoti di idee), è necessario, giorno dopo giorno, cominciare a disegnare una casa nostra, comune; "smettendo" – come ha sottolineato il giovane Luca Bartolini, segretario della Provincia anconetana – "di portare solo acqua al mulino degli altri, e tornando a lavorare invece per tutti repubblicani, ovunque oggi essi si trovino (scomodamente) collocati".

Anche perché, come mazziniani, abbiamo ancora dei compiti essenziali da svolgere per il nostro Paese. "Noi Repubblicani" – ha concluso, infatti, tra gli applausi scroscianti della sala, Francesco Nucara – "che abbiamo un immancabile compito di apostolato mazziniano per l’educazione del popolo, oggi, abbiamo un dovere in più, cui non possiamo sottrarci: quello di educare PD e PDL alla democrazia!"